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Sì a frutta e verdura, no agli zuccheri. Cibo, un ottimo alleato contro l’influenza? Oggi sulla Gazzetta di Parma

in Nutrizione

Con i primi freddi rischiano di arrivare anche i malanni di stagione per cui è importante sostenere l’organismo e rafforzare le difese immunitarie.

Questo vale sempre, ma ancora di più in un periodo di allarme sanitario come quello che stiamo vivendo dove non solo è fondamentale mantenersi in salute, ma anche evitare l’influenza per non rischiare paure e controlli inutili. Oltre alla vaccinazione antinfluenzale che produce anticorpi neutralizzanti contro specifici virus, esistono anche meccanismi di difesa aspecifici e già presenti nel nostro organismo che è assolutamente necessario salvaguardare. Vengono complessivamente definiti “immunità innata”; agiscono in prima battuta per eliminare l’infezione ed istruiscono il sistema immunitario ad evocare una risposta specifica ed efficace, qualora venissero evasi. Tra le tante cose, uno stato nutrizionale ottimale è essenziale alla buona funzionalità di questi meccanismi iniziali, pertanto rappresenta un’ulteriore arma da utilizzare nella prevenzione contro l’influenza.

Barriera intestinale: una difesa immunitaria innata

400 m2 di tratto gastrointestinale rappresentano la principale superficie attraverso cui il corpo si interfaccia con l’esterno e tramite cui, i microbi che qui arrivano in seguito a meccanismi di ingestione e inalazione, possono penetrare nell’organismo. Virus, batteri, funghi e parassiti potenzialmente dannosi ci sfidano continuamente nel tentativo di violare la superficie intestinale ed infettarci ma, quella contro un intestino in salute, sarebbe una sfida tutt’altro che semplice; stiamo parlando infatti del più grande organo immunologico del corpo, dotato di strategie di difesa di varia natura: la superficie è rivestita da uno strato epiteliale continuo, saldato a tal punto da risultare impermeabile ed è protetta da muco contenente sostanze microbicide. Il risultato è una barriera intestinale che previene fisicamente e chimicamente l’ingresso dei microbi. Più in profondità è presente una sofisticata macchina immunitaria che, istruita dalla superficie, ha il compito di rafforzare la barriera stessa ad eliminare tempestivamente i microbi invasori. Questa complessa armatura contro microbi dannosi non potrebbe esistere senza il contributo di altrettanti microbi che ospitiamo nell’intestino. Siamo un contenitore di un’enorme quantità di vita invisibile; 100 trilioni di batteri e milioni di anni di coevoluzione per creare un reciproco rapporto di aiuto: habitat e nutrimento in cambio di importanti funzioni per la salute umana, tra le quali, la regolazione della risposta immunitaria.

La dieta del Microbiota

Senza microbiota intestinale non avremmo né un sistema immunitario pienamente sviluppato una barriera intestinale resistente ai microbi dannosi, in altre parole saremmo molto vulnerabili alle infezioni. La motivazione va ricercata nel conseguente deficit di recettori e metaboliti batterici definiti acidi grassi a catena corta che possiedono importanti funzioni immunomodulatorie. Uno di questi è il butirrato ed è anche il principale coinvolto nelle funzioni immunitarie; presenta proprietà antinfiammatorie, mantiene saldo l’epitelio intestinale e promuove la produzione di sostanze antimicrobiche e di muco, assicurando la funzione di barriera intestinale. Non tutti i batteri ospiti però sono in grado di produrre butirrato, entra in gioco dunque l’importanza di fare scelte alimentari corrette perché da esse dipende l’abbondanza di questi batteri e di conseguenza la capacità di difesa iniziale dell’organismo. Infatti il consumo regolare di alimenti ricchi di fibre solubili, quali frutta, legumi, verdure ed alcuni cereali, determina l’aumento relativo delle specie batteriche in grado di utilizzarle come loro substrato di crescita, originando butirrato. Al contrario consumare cibi ad elevato contenuto di grassi animali e zuccheri semplici riduce drasticamente la loro biodiversità aumentando invece batteri produttori di metaboliti tossici e proinfiammatori per l’organismo. Un microbiota intestinale così alterato determina infiammazione cronica intestinale, disintegrazione della barriera e diffusione dei patogeni nella circolazione sanguigna, innescando una infiammazione sistemica cronica. Questo meccanismo, oltre a rappresentare un fattore di aggravamento per molte patologie, determina compromissione delle difese immunitarie iniziali offrendo ai microbi dannosi una superficie intestinale interrotta e facilmente penetrabile, caratterizzata da un grave deterioramento di muco e sostanze microbicide, aumentando notevolmente la suscettibilità dell’organismo alle infezioni.

La Gazzetta di Parma

Isabella Lelli | Nutrizionista Parma Siena Grosseto
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